L’INFELICITA’ DEL BASTARSI

Un falso mito collega l’infelicità al non sapersi bastare. Come se l’infelicità scegliesse da che parte stare. Tipo, nelle stanze d’ospedale o nei posaceneri vuoti.

La verità è che l’infelicità sta dove sta la felicità, e quindi ovunque.

Anche nelle persone che si sanno bastare e non chiedono altro. Come se davvero esistesse qualcuno che non desidera altro che se stesso.  “I me cojoni” ,  direbbe qualcuno che conosco.

La verità è che tutti riusciamo a bastarci ma solo per alcuni aspetti della nostra vita. Per tutto il resto ci sono gli altri, gli altri e i nostri bisogni che gli saltellano intorno. Non ci sono proprio cazzi.

Tipo, io, quando vado in montagna, sto così bene da sola che non solo mi basto ma mi avanzo pure.      I miei muscoli viaggiano in perfetta armonia con i pensieri e lo sguardo mi nutre così tanto di bene che poi non ho più fame per giorni.     Non ho bisogno di altri per trovare un nuovo percorso, per guidare fino all’innesto del sentiero, per preparare lo zaino o per sentirmi sicura in mezzo al nulla.

E non ho nemmeno bisogno di altri occhi per condividere la bellezza, nè di altre gambe per condividere la fatica.           La montagna mi rende così felice che il condividerla mi rende infelice. E’ così bello e intimo il nostro rapporto che qualsiasi intromissione lo deturpa.    Lo stesso vale per qualsiasi cosa mi piaccia. Guidare, aggiustare, camminare, viaggiare, curare l’orto.

E’ una maledizione. Condividere ciò che mi rende felice, mi rende infelice. E’ così frustrante.          “Nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, nella felicità ma più che altro nell’infelicità, amore mio…”.   In tutto ciò che non mi piace o mi rende infelice. Che in quello, credimi, nessuno si basta.

 

L’INFELICITA’ DEL BASTARSIultima modifica: 2015-12-01T18:54:47+01:00da betterbequiet
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