BANKS PENINSULA TRACK
19 Dicembre Onuku farm. Prima notte in mezzo al nulla. Questo posto e` fantastico e sono
Il viaggio comincia cosi`: i miei kiwi genitori insistono per accompagnarmi fino ad Akaroa. Per strada Murray, il mio papino, mi chiede se in Italia ascoltimo Elvis Presley. Of course we do, gli rispondo. Allora lui mi strizza l`occhio e accende la radio e magicamente un vecchio nastro, suonato milioni di volte, inebria l`aria di nostalgia. Senza parlare, soltanto ascoltando percorriamo gli 80 km che ci separano dalla nostra destinazione. Lungo tutto il percorso rimango con gli occhi dilatati per la gioia; nelle pupille cosi` larghe riescono ad entrare piu` immagini. I ricordi mi portano in alto mare e semplicemente non esisto piu`, se non nel mio mondo lontano. Un caffe`, un fetta enorme di dolce divisa in tre, un`occhiata ai negozi, qualche foto. Davanti al post office i miei iperpremurosi genitori mi abbracciano e salutano ottocento volte prima di abbandonarmi al mio destino solitario. Io sospiro sollevata. Non sono abituata a tante attenzioni e il loro essere cosi` prottettivi nei miei confronti mi disorienta. Chi mi conosce bene a questo punto stara` sorridendo… Alle 6pm un pulmino passa a raccattare il nostro piccolo gruppo di trampers. Siamo tutte donne e, a quanto pare, delle 8 io saro` l`unica a fare questo percorso in 2 gioni. Tutte le altre hanno scelto la piu` rilassante e vacanziera opzione dei 4 giorni. Piu` tempo per godersi questi fantastici posti. Per loro. E piu` stupida fatica per testare il proprio livello fisico. Per me. L`autista pazzo ci scarica nei pressi della nostra sistemazione. Io cammino veloce per arrivare prima e avere quindi la possibilita` di scegliermi la cuccia per la notte. Ma e` fatica sprecata perche` i 2 days trampers hanno un hut separato dai 4 days ones. Quindi, essendo io l`unica rappresentante della mia categoria di cretini, ho un hut tutto per me. Stendo il sacco a pelo sul letto, mi preparo il primo degli innumerevoli te`, faccio un po` di stretching, mi studio il percorso di domani. Quindi mi preparo la cena, che consiste in esattamente 6 mini crackers con scatoletta di tonno e una confezione di noodles al sapor orientale. Avrei voglia di un dessert e magari di un altro maglione ma dovevo per forza ridurre il bagaglio allo stretto necessario. E ci sono riuscita, devo dire. Mentre salivamo sul pulmino ho dato un`occhiata agli zaini delle altre felici partecipanti. Il piu` piccolo pesera` almeno 12 kg. Circa il doppio del mio, quindi. Fanculo il dessert allora, io patiro` un po` di fame e di freddo ma almeno mi risparmiero` un`ennesima ernia lombare. Dopo cena esco a dare un`occhiata ai dintorni. Quanto e` bello questo posto, e` la prima volta da quando sono arrivata che realizzo di essere davvero miliardi di km lontana da casa, di essere qua, mentalmente e fisicamente. La bellezza disarmante del panorama mi incolla al dondolo su cui mi sono spalmata. Un sacco di uccellini mi svolazzano attorno e ogni tanto qualcuno atterra sul prato, infila il becco nella terra e ne estrae un lungo verme carnoso. Mi chiedo come stracazzo facciano a sapere che in quel mezzo centimetro quadrato ci si nascondeva la loro cena. Verso le 9 mi sento cosi` stanca e infreddolita che non vedo l`ora di rannicchiarmi nel mio sacco a pelo e riposare sapendo di far parte di questo incanto. Domani quanto camminero` dio solo lo sa…
20 Dicembre Una mitragliata di gocce si abbatte sulla finestra. Sono talmente fitte da non riuscire a distinguerle. Sembra di essere immersi nell`acqua. Le 7am e piove a dirotto. Ho dormito poco e male, tormentata dal freddo e dalla solita spalla artritica. Mi alzo, accendo il bollitore e faccio colazione. Mi siedo per terra per i soliti esercizi anti-tendinite e guardo fuori. La baia e` scomparsa, inghiottita dalla nebbia e tutto e` assolutamente immobile. In attesa. Le 8, la colazione gia` mi sguazza nello stomaco da un po` e lo zaino mi fissa pronto a saltarmi sulle spalle e partire. La prima coppia di temerarie si avvia verso il proprio bagnatissimo destino. `Col cavolo`, mi dico. Io da qua non mi muovo finche` questo mare di acqua dolce non la smettera` di inondarci. Non so nuotare. Aspetto fino alle 10; piove ancora ma la strada sara` lunga e potrebbe esserlo di piu` se fisicamente non sono propriamente in forma. Tanto sono destinata a infradiciarmi comunque. Allora via, si va. L`inizio e` una lunga salita tra la nebbia. Raggiunta la cima il paesaggio non c`e` ma continuo a guardarmi stupidamente attorno e fare non-sense foto. Lascio una piccola roccia sulla cima del cumulo-ad-honorem dei scalatori che mi hanno preceduta in quest`ascesa. Una piccola piccola roccia per una piccola piccola impresa. La discesa mi massacra, il fango mi entra anche nelle mutande e uno dei miei bastoncini da trekking poi si rompe proprio quando ho bisogno di tutto il suo sostegno. Perdo l`equilibrio su una lastra di roccia tapezzata di muschio, mi appoggio sul bastone che collassa; inevitabilmente, e rovinosamente, cado e scivolo giu` per non so quanti metri. `Che fine del cazzo`, penso tra me e me, mentre lotto per arrestare la caduta. Fortunatamente il fango assorbe l`urto e la roccia contro cui mi frantumo alla fine del mio viaggio non e` appuntita… Mi rialzo e sono ancora stranamente intera. E marrone. Inconvenienti a parte, percorrere gli 11 km che mi separano dal Flea hut e` piuttosto facile; ci impiego soltanto 3 ore, meno del tempo minimo di percorrenza indicato sulla mia mini-guida. Una pausa pranzo, due chiacchere e via sulla strada per Stony bay, la mia destinazione finale. Finalmente il sole mi grazia di qualche raggio ripagando cosi` la mia vista di tutto cio` che la nebbia le aveva sottratto al mattino. Le scogliere sull`oceano, il profumo forte di Manuka tree ed eucalipto, le pecore che miagolano un lungo mmbeee, tra un boccone d`erba e l`altro. Cammino forte, mi sento forte. In 2 ore arrivo al mio traguardo che e` un angolo magico ed eclettico a ridosso di una piccola, sassosa, stony, baia. Riesco a farmi una lunga, calda, fantastica doccia. Indosso dei vestiti puliti. Mi sento rinata. Compro un sacco di cibo in un improbabile fai-da-te shop vicino al mio hut e bevo numerose tazze di te` con tanto latte. Anche stavolta ho una sistemazione separata da quella dei 4 days trampers. La mia assomiglia piu` a un vecchio capanno di pescatori, impregnata di questo tipico odore di legno affumicato e polvere. La loro sembra quasi la residenza estiva della regina d`Inghilterra. E quelli che vi trascorreranno la notte hanno, in effetti, qualcosa di altezzoso ma per niente regale. Sono un gruppo di kiwi, piu` la solita tedesca. Scambio due parole con una, le solite frasi di circostanza; le altre manco mi salutano. Carine, eh? Cerco di mettermi nei loro panni per non condannarle a una frettolosa sentenza. Dunque, noi siamo un gruppo affiatato di una decina di persone che oggi hanno percorso con tutta calma, e senza pioggia, 8 km di pura gioia. Incontriamo una donnina che si e` fatta piu` del doppio della nostra strada e che sembra piuttosto provata. E` sola, viene da lontano, parla decentemente la nostra lingua, cerca di far due chiacchere con tutti, sorride. Sta in un hut separato che sembra una baracca. Ecco, io quella donnina l`avrei sicuramente invitata a cenare con noi. Loro no, non l`hanno fatto. Sicche` penso che tutto sommato la mia sentenza iniziale ed istintiva sia quella piu` appropriata: stronzi. Grazie a dio sto bene anche da sola e non ho bisogno di alcun aiuto. Altrimenti campa cavallo… Alle 8 mi rifugio in soffitta per la notte, come un topo, perche` qua sopra fa piu` caldo e io notoriamente ho sempre freddo. C`e` un materasso, tante ragnatele e un soffitto a mezzo metro dal naso che mi sforzo di non guardare per non ritrovarci qualche ragno nascosto. Non riuscirei piu` a dormire se ne individuassi uno. L`odore vecchio di questa baracca non si puo` certo definire `buono` ma e` rilassante e, complice il tepore, mi fa venire un gran sonno. Com`e`, allora, che non riesco ad addormentarmi? Pensa e ripensa alla fine il mistero viene a galla: il te`. Ho bevuto troppo te` e ora sono nervosa come una foglia in un uragano. Devo dormire o domani saro` ridotta a un mucchio di segatura.
21 Dicembre Sveglia alle 7.30. Sono ancora immersa in una sorta di gelatina onirica. Mi sono addormentata tardi la scorsa notte e le uniche vere ore di sonno le ho dormite dalle 2 fino a mo. Scendo dalla mia tana, bevo caffe` a manetta per combattere la stanchezza. Mangio anche un uovo sodo per darmi quella spinta proteica. Pessima idea. L`uovo mi entra nello stomaco come un pugno e si mummifica all`interno del mio sarcofago gastrico. Come dire… cominciamo bene. Almeno stamattina non piove. Partiamo alle 9, io e l`uovo, senza salutare il cordialissimo gruppo di kiwi. Camminare i 7 km che mi separano dall`Otanerito hut e` come attraversare una galleria