BANKS PENINSULA TRACK

BANKS PENINSULA TRACK 

19 Dicembre   Onuku farm. Prima notte in mezzo al nulla. Questo posto e` fantastico e sono 34562a48708fa8e0403bd0968d3cab05.jpgcosi` grata di esser qua che quasi mi scende una manciata di lacrime. Affacciato sulla baia di Akaroa, sprofondato nel verde. L`aria profuma di miele. E di pecora. E` la stessa che respiravo quando lavoravo in questo french looking place, Akaroa, il primo insediamento francese in Nuova Zelanda. Mi ricordo la prima volta che ho messo piede in questo posto. Passeggiavo per le vie con un gruppo di amici e a un certo punto ho avvistato questa sorta di fattoria tutta dipinta di blu, immersa nei fiori e nei cespugli di lavanda. Mi sembrava di aver appena messo piede in una sorta di favola. Ho pensato: devo assolutamente trascorrere qualche giorno qua, devo vivere questa favola. Cosa che ho fatto. Ci ho lavorato due settimane, i quattordici giorni piu` magici che abbia avuto l`onore di spendere. Alla tree crop farm. Yeah.

Il viaggio comincia cosi`: i miei kiwi genitori insistono per accompagnarmi fino ad Akaroa. Per strada Murray, il mio papino, mi chiede se in Italia ascoltimo Elvis Presley. Of course we do, gli rispondo. Allora lui mi strizza l`occhio e accende la radio e magicamente un vecchio nastro, suonato milioni di volte, inebria l`aria di nostalgia. Senza parlare, soltanto ascoltando percorriamo gli 80 km che ci separano dalla nostra destinazione. Lungo tutto il percorso rimango con gli occhi dilatati per la gioia; nelle pupille cosi` larghe riescono ad entrare piu` immagini. I ricordi mi portano in alto mare e semplicemente non esisto piu`, se non nel mio mondo lontano. Un caffe`, un fetta enorme di dolce divisa in tre, un`occhiata ai negozi, qualche foto. Davanti al post office i miei iperpremurosi genitori mi abbracciano e salutano ottocento volte prima di abbandonarmi al mio destino solitario. Io sospiro sollevata. Non sono abituata a tante attenzioni e il loro essere cosi` prottettivi nei miei confronti mi disorienta. Chi mi conosce bene a questo punto stara` sorridendo…   Alle 6pm un pulmino passa a raccattare il nostro piccolo gruppo di trampers. Siamo tutte donne e, a quanto pare, delle 8 io saro` l`unica a fare questo percorso in 2 gioni. Tutte le altre hanno scelto la piu` rilassante e vacanziera opzione dei 4 giorni. Piu` tempo per godersi questi fantastici posti. Per loro. E piu` stupida fatica per testare il proprio livello fisico. Per me.   L`autista pazzo ci scarica nei pressi della nostra sistemazione. Io cammino veloce per arrivare prima e avere quindi la possibilita` di scegliermi la cuccia per la notte. Ma e` fatica sprecata perche` i 2 days trampers hanno un hut separato dai 4 days ones. Quindi, essendo io l`unica rappresentante della mia categoria di cretini, ho un hut tutto per me.   Stendo il sacco a pelo sul letto, mi preparo il primo degli innumerevoli te`, faccio un po` di stretching, mi studio il percorso di domani. Quindi mi preparo la cena, che consiste in esattamente 6 mini crackers con scatoletta di tonno e una confezione di noodles al sapor orientale. Avrei voglia di un dessert e magari di un altro maglione ma dovevo per forza ridurre il bagaglio allo stretto necessario. E ci sono riuscita, devo dire. Mentre salivamo sul pulmino ho dato un`occhiata agli zaini delle altre felici partecipanti. Il piu` piccolo pesera` almeno 12 kg. Circa il doppio del mio, quindi. Fanculo il dessert allora, io patiro` un po` di fame e di freddo ma almeno mi risparmiero` un`ennesima ernia lombare.   Dopo cena esco a dare un`occhiata ai dintorni. Quanto e` bello questo posto, e` la prima volta da quando sono arrivata che realizzo di essere davvero miliardi di km lontana da casa, di essere qua, mentalmente e fisicamente. La bellezza disarmante del panorama mi incolla al dondolo su cui mi sono spalmata. Un sacco di uccellini mi svolazzano attorno e ogni tanto qualcuno atterra sul prato, infila il becco nella terra e ne estrae un lungo verme carnoso. Mi chiedo come stracazzo facciano a sapere che in quel mezzo centimetro quadrato ci si nascondeva la loro cena.   Verso le 9 mi sento cosi` stanca e infreddolita che non vedo l`ora di rannicchiarmi nel mio sacco a pelo e riposare sapendo di far parte di questo incanto. Domani quanto camminero` dio solo lo sa…

 20 Dicembre    Una mitragliata di gocce si abbatte sulla finestra. Sono talmente fitte da non riuscire a distinguerle. Sembra di essere immersi nell`acqua. Le 7am e piove a dirotto. Ho dormito poco e male, tormentata dal freddo e dalla solita spalla artritica. Mi alzo, accendo il bollitore e faccio colazione. Mi siedo per terra per i soliti esercizi anti-tendinite e guardo fuori. La baia e` scomparsa, inghiottita dalla nebbia e tutto e` assolutamente immobile. In attesa.   Le 8, la colazione gia` mi sguazza nello stomaco da un po` e lo zaino mi fissa pronto a saltarmi sulle spalle e partire. La prima coppia di temerarie si avvia verso il proprio bagnatissimo destino. `Col cavolo`, mi dico. Io da qua non mi muovo finche` questo mare di acqua dolce non la smettera` di inondarci. Non so nuotare.   Aspetto fino alle 10; piove ancora ma la strada sara` lunga e potrebbe esserlo di piu` se fisicamente non sono propriamente in forma. Tanto sono destinata a infradiciarmi comunque. Allora via, si va.   L`inizio e` una lunga salita tra la nebbia. Raggiunta la cima il paesaggio non c`e` ma continuo a guardarmi stupidamente attorno e fare non-sense foto. Lascio una piccola roccia sulla cima del cumulo-ad-honorem dei scalatori che mi hanno preceduta in quest`ascesa. Una piccola piccola roccia per una piccola piccola impresa. La discesa mi massacra, il fango mi entra anche nelle mutande e uno dei miei bastoncini da trekking poi si rompe proprio quando ho bisogno di tutto il suo sostegno. Perdo l`equilibrio su una lastra di roccia tapezzata di muschio, mi appoggio sul bastone che collassa; inevitabilmente, e rovinosamente, cado e scivolo giu` per non so quanti metri. `Che fine del cazzo`, penso tra me e me, mentre lotto per arrestare la caduta. Fortunatamente il fango assorbe l`urto e la roccia contro cui mi frantumo alla fine del mio viaggio non e` appuntita… Mi rialzo e sono ancora stranamente intera. E marrone. Inconvenienti a parte, percorrere gli 11 km che mi separano dal Flea hut e` piuttosto facile; ci impiego soltanto 3 ore, meno del tempo minimo di percorrenza indicato sulla mia mini-guida. Una pausa pranzo, due chiacchere e via sulla strada per Stony bay, la mia destinazione finale. Finalmente il sole mi grazia di qualche raggio ripagando cosi` la mia vista di tutto cio` che la nebbia le aveva sottratto al mattino. Le scogliere sull`oceano, il profumo forte di Manuka tree ed eucalipto, le pecore che miagolano un lungo mmbeee, tra un boccone d`erba e l`altro. Cammino forte, mi sento forte. In 2 ore arrivo al mio traguardo che e` un angolo magico ed eclettico a ridosso di una piccola, sassosa, stony, baia. Riesco a farmi una lunga, calda, fantastica doccia. Indosso dei vestiti puliti. Mi sento rinata. Compro un sacco di cibo in un improbabile fai-da-te shop vicino al mio hut e bevo numerose tazze di te` con tanto latte. Anche stavolta ho una sistemazione separata da quella dei 4 days trampers. La mia assomiglia piu` a un vecchio capanno di pescatori, impregnata di questo tipico odore di legno affumicato e polvere. La loro sembra quasi la residenza estiva della regina d`Inghilterra. E quelli che vi trascorreranno la notte hanno, in effetti, qualcosa di altezzoso ma per niente regale. Sono un gruppo di kiwi, piu` la solita tedesca. Scambio due parole con una, le solite frasi di circostanza; le altre manco mi salutano. Carine, eh? Cerco di mettermi nei loro panni per non condannarle a una frettolosa sentenza. Dunque, noi siamo un gruppo affiatato di una decina di persone che oggi hanno percorso con tutta calma, e senza pioggia, 8 km di pura gioia. Incontriamo una donnina che si e` fatta piu` del doppio della nostra strada e che sembra piuttosto provata. E` sola, viene da lontano, parla decentemente la nostra lingua, cerca di far due chiacchere con tutti, sorride. Sta in un hut separato che sembra una baracca. Ecco, io quella donnina l`avrei sicuramente invitata a cenare con noi. Loro no, non l`hanno fatto. Sicche` penso che tutto sommato la mia sentenza iniziale ed istintiva sia quella piu` appropriata: stronzi. Grazie a dio sto bene anche da sola e non ho bisogno di alcun aiuto. Altrimenti campa cavallo…  Alle 8 mi rifugio in soffitta per la notte, come un topo, perche` qua sopra fa piu` caldo e io notoriamente ho sempre freddo. C`e` un materasso, tante ragnatele e un soffitto a mezzo metro dal naso che mi sforzo di non guardare per non ritrovarci qualche ragno nascosto. Non riuscirei piu` a dormire se ne individuassi uno. L`odore vecchio di questa baracca non si puo` certo definire `buono` ma e` rilassante e, complice il tepore, mi fa venire un gran sonno. Com`e`, allora, che non riesco ad addormentarmi? Pensa e ripensa alla fine il mistero viene a galla: il te`. Ho bevuto troppo te` e ora sono nervosa come una foglia in un uragano. Devo dormire o domani saro` ridotta a un mucchio di segatura.

21 Dicembre   Sveglia alle 7.30. Sono ancora immersa in una sorta di gelatina onirica. Mi sono addormentata tardi la scorsa notte e le uniche vere ore di sonno le ho dormite dalle 2 fino a mo. Scendo dalla mia tana, bevo caffe` a manetta per combattere la stanchezza. Mangio anche un uovo sodo per darmi quella spinta proteica. Pessima idea. L`uovo mi entra nello stomaco come un pugno e si mummifica all`interno del mio sarcofago gastrico. Come dire… cominciamo bene. Almeno stamattina non piove. Partiamo alle 9, io e l`uovo, senza salutare il cordialissimo gruppo di kiwi. Camminare i 7 km che mi separano dall`Otanerito hut e` come attraversare una galleria ed8fce1842c0784c6e2ec5cf530b8524.jpgd`arte al naturale. Il sentiero e` per gran parte esposto sulla scogliera, a ridosso dell`oceano piu` blu che potreste immaginare. Talmente bello che non riesco a smettere di scattar foto e di sorridere. L`aria poi e` cosi` fresca e carica di ossigeno che una sola sorsata basta a dissetare i polmoni. Non c`e` nessun altro oltre a me, sono sola in mezzo a nulla e in questa situazione, paradossalmente, mi sento quasi invulnerabile. Sono qua, sto facendo una cosa difficile e posso contare sulle mie sole forze per riuscire a portarla a termine. Ho questa meraviglia di posto tutta per me e sto bene, sono esattamente dove voglio essere e sto facendo esattamente cio` che voglio fare. E posso fidarmi delle mie capacita`. E` una sensazione che non provavo da tanto. Sentirmi cosi` forte. In passato ho avuto l`opportunita` di testare piu` volte i miei limiti e posso affermare, in tutta sicurezza, che ognuno di noi e` un contenitore di risorse ed energie cento volte piu` grande di quanto siamo disposti a credere. Esistono dei limiti fisici che comunque sono sempre piu` estesi di quanto si pensi e la volonta`, poi, puo` allargarli ulteriormente. Nella difficolta` tiriamo fuori il meglio di noi. Per questo credo dovremmo vivere situazioni difficili piu` spesso, evadere dalla quotidianita` quanto piu` possibile. Perche` cosi` avremmo l`opportunita` di vedere lati di noi stessi che in genere ignoriamo e che sono belli e necessari per coltivare la giusta autostima. Ecco, credo questo.    Persa in questo vortice di pensieri, dopo quasi due ore e mezzo di cammino arrivo all`Otanerito hut. Bellissimo. Ci sosto una mezz`ora per consumare un pasto frugale a base di avocado e crackers e godermi un po` di sole stesa su un`amaca. Vorrei trascorrerci qualche altra ora ma sfortunatamente devo ripartire in velocita` perche` almeno altre 3 ore di sudore mi separano da Akaroa. E questa, oltre che l`ultima, e` anche la parte piu` faticosa e snervante dell`intera Banks Peninsula Track. Ci si arrampica sulle colline, immersi in una vegetazione troppo florida. Due ore e mezzo di salita e mezz`ora di quella che piu` che una discesa definirei un precipizio. Sono esaurita e cammino veloce perche` non vedo l`ora di giungere a destinazione e godermi un meritato riposo. Ma ci impiego piu` tempo del previsto perche` verso la fine sbaglio strada e percorro due inutili km in piu`. Quando finalmente  mi ritrovo davanti al post office, nel pieno centro di Akaroa, sono decisamente felice e soddisfatta. Chiamo la mia kiwi casa, li avverto che sto per prendere un autobus e che in un paio d`ore li potro` riabbracciare. Poi  vado a comprare il biglietto per il ritorno e un gelato. Chiedo un cono con una pallina di cioccolato e il gelataio mi porge sorridente una cosa galattica di almeno 3 palline. Al prezzo di una. Guardo l`uomo perplessa e lui mi risorride spiegandomi che certamente ne ho bisogno. Devo sembrare davvero malmessa… Ma, ad ogni modo, grazie.   Tornare a casa e` bellissimo, aver qualcuno che ti aspetta e che non vede l`ora di rivederti e` una gran previlegio. Passo una serata tenera e serena, mi sento stracoccolata. Una doccia, un`abbondante cena, tanto vino e mi addormento con una gran sorriso. The Banks Peninsula Track. Grazie anche a te

 

BANKS PENINSULA TRACKultima modifica: 2007-12-22T22:20:00+01:00da betterbequiet
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Un pensiero su “BANKS PENINSULA TRACK

  1. ciao topolisa, che cacchio certo che l’aria profuma di pecora ,però se uno ha il naso tappato dallo smog non lo può neanche immaginare cosa sia.
    dalla foto ho capito che giro hai fatto(minkia!!) meglio così quando torni facciamo dei bei traks anche qui.peccaato che non hai imaparato a nuotare in questi anni ,ad akaroa si nuota sempre coi delfini no ?ma prima o poi ti insegno,così dopo ci torni a posat e fai anche la nuotata con le balene( me esclusa)
    vi immaginavo adesso voi tutti paterson intenti a festeggiare il natale in pantaloncini corti. un abbraccio forte da me che anche oggi ho affrontato le mire ghiacciate per venire a lavorare.
    merry christmas
    annalilla

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