NEL NULLA

NEL NULLA

 

Sono scesa dall`autobus chiedendomi “ma dove cazzo son capitata?! Dove,    cazzo,    sono,    capitata   ?  !” National Park. Sembra il nome di una stazione della metro di Londra. Forse lo e` davvero. Questo posto avrebbe dovuto essere soltanto un punto di partenza e d`arrivo per l`ennesimo trek. Avrei voluto percorrere il Tongariro Northern Circuit, tre giorni lungo le labbra dei vulcani, ma il maltempo me l`ha impedito. Ci ho sperato fino alla fine, stamattina mi sono alzata presto, ho fatto colazione, lo zaino era gia` pronto. Forti piogge, venti a 60-80 km/h, neve oltre i 1900m. Ma `ndo cazzo vai? Da nessuna parte, infatti. Mi tocca trascorrere la mattinata in questa desolazione, senza sapere come trascorrere il tempo. Non ho nemmeno un libro da leggere. Stupida che sono. Domani il tempo non sara` migliore. Tanto vale andarsene il prima possibile, cioe` oggi pomeriggio. Di nuovo, progetti che svaniscono, giornate da ripianificare. Ancora e ancora. Studia-scegli-organizza-prenota. Bus-bici-distanze-profilialtimetrici-ostelli-tempo. Tutto questo mi toglie il sangue. L`organizzare e` un salasso.   Chiamo a casa perche` mi e` venuta la malinconia e non so che altro fare, che altro volere se non ascoltare una voce familiare. Ieri stavo cosi` male. Avevo nostalgia di tutto. Del mio letto, del mio stereo, dei miei cani, della mia auto, del mio cibo, della mia auto, della mia lavatrice, della mia auto.  Del mio soffitto legnoso. Oh certo, del mio bagno.  Delle mie pentole.  E delle mie spezie.  Del mio pallone. Dei peli di cane sul maglione.  Delle impronte di gatto sul parabrezza.  Dell`apricancello.    Ad ogni modo, e` cosi` che ci si sente quando non si sta granche` bene. Maledettamente nostalgici. A volte mi sento cosi` stanca e sfinita che il cuore mi batte scarico e veloce, non abbastanza potente da farmi arrivare il sangue al cervello, da ossigenarmi per bene i muscoli. Debole e offuscata da uno stato di parziale anaerobiosi. Allora penso a casa, a tutte le comodita` di cui mi sto privando, a quello che farei se non fossi qua, sola e precaria ovunque. Penso a quello che probabilmente state facendo voi. Lavorare, studiare, uscire la sera con i soliti amici, organizzare cene e pranzi e compleanni, giocare partite di calcetto, svaccarsi davanti alla tv, litigare. Da quanto non litigo con qualcuno? Qualcuno oggi mi ha chiesto a che pro fare tanta fatica, stremarsi cosi` tanto. Perche` io qua sto dando il massimo di quel che posso. Fisicamente e mentalmente. Non sto risparmiando nulla. Nemmeno un grammo di forze. Perche` fare tanto? Beh, la verita` e` che tutto questo mi fa sentire meglio. Mi fa sentire bene. Con me stessa intendo. Sto sfruttando tutto il mio potenziale, tirando fuori il meglio di me. E vedo, sento, imparo, assorbo cosi` tanto, cosi` facilmente. Fatica. Mentale. E fisica. Dare il massimo. Vedere il meglio di se`. Mettere da parte ricordi potenti. Saper rinunciare. E non mollare.  Non sono in grado di fare tutto questo in Italia e , soprattutto, non sono in grado di farlo nella routine di una vita senza troppe complicazioni. E mi manca quando non. Mi manca come l`aria. Viaggiare cosi` mi fa tornare il respiro. Ecco perche`.

NEL NULLAultima modifica: 2008-02-14T23:05:00+01:00da betterbequiet
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