ODISSEA

ODISSEA 

Pensavo che il peggio fosse passato, che le fatiche si sarebbero finalmente dissolte per lasciar posto a tanta facilita`. Regola numero quattro: mai illudersi. Lascio Phillip Island con il traghetto delle 9. Arrivo a Stony Point e salto in un trenino sovraffollato al volo. Scendo a Frankston e prendo un altro treno che dopo poche fermate avverte la gentile clientela che la linea ferroviaria e` interrotta e che bisogna proseguire in autobus fino a non so quale stazione. Nel bus le biciclette non possono salire. Litigo con uno del servizio e ne corrompo un altro raccontandogli di mille tragedie affrontate. Partiamo. Nell`autobus si muore di caldo, mezz`ora sulla strada e` un`assoluta tortura perche` non so dove cazzo piazzare la bici che e` costantemente in mezzo alle palle. Ma non posso farci nulla, sicche` tanti sorry e attaccatevi tutti. Stazione di Moor-et-qualcosa. Scendo dal mezzo a quattro ruote per risalire su un altro treno. Di nuovo, l`inferno. Il vagone su cui viaggio e` talmente carico di gente piu` o meno sudata che ad ogni fermata, quando aprono le porte, quelli vicino all`uscita vengono sputati fuori come dopo un`esplosione. L`una. Finalmente arrivo a South Yarra dove mi imbarco sull`ultimo benedetto treno. Arrivo a Windsor stremata, gia` con lo scazzo oltre i limiti consentiti. Un traghetto, 4 treni, un autobus. Ed ora un bel giretto in bici per le vie del centro citta`. Per fortuna mi sono preparata studiando perfettamente il percorso. L`ostello lo trovo con facilita`. L`unico inconveniente e` che l`ufficio e` chiuso e non riaprira` prima delle 17. Fantastico. Altre tre ore a zonzo per la citta` senza un attimo di riposo. E va bene, avanti un`altra…

Ancora non fremo dalla voglia di scoprire la decadente Melbourne. La stanchezza e` in perenne lotta con la curiosita` e in genere l`ha sempre vinta. Ma domani, se riesco a dormire come si deve, mi alzero` dal letto positivissima e mi tuffero` intrepida per le vie del centro. Per perdermi, per cogliere, per fantasticare, per rimuginare, per fraintendere, per disimparare. Per sostituire. Cose vecchie con cose nuove. Come  durante la notte dell`ultimo dell`anno. C`e` sempre cosi` tanto da buttare, cosi` tanto materiale che non ci serve piu` e che se tenuto non e` che di peso. Sicurezze, certezze, modi di pensare, idee che ci rallentano. Non bisogna aver paura di lasciarle andare perche`, io credo, cio`che ci e`davvero necessario non va mai perso. Evolvere non significa diventare un`altra persona ma essere piu` fortemente e piu` complessamente cio` che siamo. Ma magari sbaglio. Chissa`. Mi sono resa conto che a trascorrere cosi` tanto tempo da soli si accumulano con una facilita` incredibile verita` e filosofie. E questo non perche` si diventa effettivamente piu` profondi e saggi ma perche` non si ha modo di confrontare o  farsi smentire le proprie idee. Il saggio che vive isolato in un eremo? Uhm… saggio a modo suo…

ODISSEAultima modifica: 2008-04-12T07:15:00+02:00da betterbequiet
Reposta per primo quest’articolo

Un pensiero su “ODISSEA

  1. il saggio che vive in un eremo non è un saggio
    non sono così sicura che si possa sfuggire sempre a ciò che ci rallenta
    e tu sei veramente felice??

I commenti sono chiusi.