IL CAPO DELL`ANNO

2006-2007 

ANCORA UN ALTRO ANNO
Il primo gennaio è
sempre un giorno irreale

Piove ancora sulla terra già inzuppata.A guardarla pare un savoiardo rimasto per troppo tempo in ammollo nel caffèlatte, un savoiardo che ha assorbito molto più di quanto bastasse a sedare la sua secchezza.   A sentirmi, nel senso percettivo del termine, io, al contrario, sembro un savoiardo ancora integro. Sbattuta come le uova, setacciata come la farina, chimica come il resto degli ingredienti, quindi impastata e infornata a letto a cuocermi lentamente nel mio stesso calore. Sono un savoiardo. Disidratata dalla precedente nottata tristemente-alcolica, con un’appena germogliata peluria sulle gambe che mi rende anche ruvida al tatto. E sono rigida per quelle ore che non ho dormito, per la tensione che mi contrae, per la stanchezza che dovrebbe sciogliermi ma che invece mi ingessa di glassa da capo a piedi. Perchè è così che mi sento, un microcosmo di fratture in cui manco gli atomi sanno tenersi uniti, per quella diversità di carica che un po’ li attrae e quell’uguaglianza che inesorabilmente li separa. Quell’aurea negativa che ci ruota costantemente attorno per permetterci di mantenere adeguate distanze gli uni dagli altri. Cosa succederebbe se non esistesse? Finiremmo tutti a formare un’unica massa superpoliedrica e ipermulticaratteriale? Megaforse.   Qualche giorno fa, in un libro di Pennac, ho letto una frase che suonava più o meno così: ‘dovremmo trovare più risposte anzichè continuare a farci domande.’  
Oggi è capodanno e a capodanno tutti sono più propositivi. Un altro anno è passato e con esso tanti buoni propositi persi per strada o realizzati di striscio. Via il vecchio. E avanti il prossimo, dunque, via con una nuova lotta. Solo che ridotta come sono in questo momento parto già in svantaggio. Se chi ben comincia è a metà dell’opera, allora io, che comincio male, dove sono?
 

2007-2008

LA TEMPESTA PRIMA DELLA QUIETE

Cielo libero da nuvole, tipica giornata neo zelandese, con sole carico e potente e aria fredda. Il cielo alto che ti dà quella sensazione di spazi immensi. Sembra tutto  più esteso quando non ci sono le nuvole a incorniciare il blu. Mi sdraio sul letto, al centro della mia stanza enorme, al centro del caos. Guardo fuori attraverso la grande vetrata, cerco pace e serenita`. Mi sento un puzzle. Milioni di pezzi che lottano per incastrarsi tra loro e formare un qualcosa di senso compiuto. Tutti insieme incasinatamente. Carte e aggeggi vari tappezzano il pavimento, il divano e` scomparso sotto una valanga di vestiti indossati una sola volta e poi messi da parte. Domani parto e ho ancora tutto da sistemare. Trascorro la notte a organizzare, a scegliere e valutare, a ricordarmi cosa devo portarmi via e cosa posso abbandonare al proprio destino. Penso, per poi scordarmi tutto al mattino. Mi sveglio gia`stanca e vago tutto il giorno per la citta` cercando di metter ordine in testa, comprando cose che prababilmente non usero` e tralasciandone altre che mi sarebbero state utili assai. Mastico parole come se non avessi denti, me le rigiro in bocca una mezz`ora e quando infine le sputo fuori e` ormai gia` tardi. Il momento e` passato. Mi sento in ritardo. Mi sento lentissima. Nell`auto della mia kiwi family occupo un posto vuoto. Non ci sono. Guardo dal finestrino un paesaggio secco scorrere attraverso le mie pupille aride. Chiudo gli occhi prima che mi brucino e mi concentro sulle parole dei miei cari. Tutti mi rassicurano, tutto andra` bene ma non fanno che parlare di numeri da chiamare in caso d`emergenza e assicurazioni sanitarie e pericoli di ogni sorta. Sorrido.  Mi sono sempre piaciuti i contrasti. Mi piace tutto cio`che e` surreale. Mi viene in mente questa frase “i realisti duplicano la realta` impoverendola”. Devo averla letta in un qualche libro. Mi allungo un po` sul sedile, sospiro. Voglio smettere di pensare, voglio essere piu` easy. Vaffanculo anche le preoccupazioni e la prudenza e l`esser consapevoli… vaffanculo le prenotazioni e i numeri di telefono… vaffanculo il tutto organizzato e perfetto… vaffanculo questa mia testa bacata che pensa troppo e che invece dovrebbe lasciarmi dormire. Dormire. Avere sonno e non riuscire a dormire. Ero cosi stanca ieri sera che non sono nemmeno riuscita a tagliare il traguardo della mezzanotte. Ho ceduto alle undici e mezza, a un passo dall`arrivo. Ho abbracciato tutti e me ne sono andata a letto, un letto di spine in cui ogni pensiero era un ago. E oggi eccomi qua, le palpebre pesanti e l`aria leggera. Il buio in testa e il sole che splende feroce. Respiro a pieni polmoni e cerco di rallentare. Sono qua, sto bene, stanotte dormiro` e domani saro` in grado di affrontare qualsiasi cosa. Vivro` milioni di esperienze, scopriro` chissa` quanti posti, capiro` un sacco di cose. Oggi e` un trampolino. Domani mi butto.

IL CAPO DELL`ANNOultima modifica: 2008-01-01T00:05:00+01:00da betterbequiet
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