CONTINUARE

CONTINUARE 

Takaka.   Oh che bellezza stendersi su un letto matrimoniale tutto per se`; lontani dal vociferare, lontani dalla pelle altrui, dalle luci che preferiresti spente. Sorseggio una tazza di latte caldo e miele, digerisco un`insalata con avocados e pomodori. Un pesce al forno, una fetta di pane ai cereali fresco di panetteria. Vogliamoci bene stasera. Provo una malinconia assoluta, una dolcezza infinita per questa me stessa che ha appena lasciato un posto che amava, che ha ripreso la strada nonostante la nostalgia, nonostante la persistente debolezza fisica. Trovare un posto in cui ti senti finalmente in pace. Familiarita`. Casa. Casa. Casa.     E doversene allontanare.     Combattere con la propria indecisione: cio` che vorresti contro cio` che e` meglio per te. Senza peraltro sapere cosa effettivamente sia meglio per te. Seguire una corrente, lasciarsi trasportare dalle precedenti decisioni. Oppure saltare dalla propria barca, buttarsi in mare e nuotare verso un`altra spiaggia. Io sono rimasta. Rimanere non e` mai stato cosi` difficile. Rimanere sulla propria barca, tapparsi le orecchie al richiamo delle sirene. Continuare. Dio quant`e` difficile. E sara` giusto poi? Vorrei tornare indietro, annullare le mie scelte. Ma come posso andare avanti finche` continuo a tornare sui miei passi? Presa una decisione si tratta solo di accettarne le conseguenze, darsi il tempo di farsene una ragione. Indietro non si torna, indietro non si torna mai.   Mi rigiro sul letto, ascolto un po` di musica tiepida. Chiudo gli occhi e torno indietro nel tempo. Eccomi sulla mia bici denudata dai propri bagagli. Leggera e veloce. Pedalo attraverso stradine non asfaltate che non conosco, cerco una scorciatoia poco trafficata. Salite masticate in poche pedalatre, discese bioniche. Dodici kilometri e una sete africana. Arrivo al Mussel Inn alle 6. Hilton e` seduto al tavolo con altra gente ad aspettarmi. Che serata. Birra e cozze al vapore, musica dal vivo, tavoli attorno a un grande fuoco, luci natalizie che corniciano la vecchia veranda di legno. E` sempre il gran posto che ricordavo. Trascorro una serata indimenticabile. Poi tocca ritornare indietro. Nel buio e nella nebbia dell`alcol. Mi costa una fatica enorme ma che bellezza. In bici, nella notte, una torcia che fora l`oscurita`, i profili delle case e delle colline attraverso cui orientarsi. Arrivo cosi` stremata al mio backpackers che non riesco a dormire. Al mattino sono uno zombie.  Esco per una passeggiata lungo il mare, so che mi fara` bene. Sono completamente devastata ma devo muovermi, fare, organizzare. Eccolo la` il mare. Si e` allontanato dalla spiaggia che si stende scura ed immensa verso nord. Respiro quest`aria dolciastra di alghe naufragate a riva e di pesce morto da una vita. Cerco tesori nascosti nella sabbia ma ci trovo solo gusci solitari. Conchiglie abbandonate. Perche` mai un mollusco abbandona la propria conchiglia? Penso a tante cose indefinite, mi sento pazza. Giro in tondo, cerco il nulla, penso a cio` che devo fare e scrivo sulla sabbia FRETTA TIRANNA. “Che vorra` dire?” Forse qualcuno di passaggio se lo chiedera`. Chi capira` questa frase oltre a me? La sabbia forse, che viene e che va con l`alta e la bassa marea.   Lungo la via verso l`Innlet BBH mi fermo al vecchio cimitero di Collingwood per i soliti omaggi. Giovani, vecchi, soddisfatti, incompiuti, compianti, dimenticati. Di tutti non rimane che una foto e quattro frasi di cortesia. Due date. In and Out. Ci penso mentre sto per svenire. E` un attimo, mentre pedalo all`improvviso il mio cuore impazzisce e io nn riesco piu` a respirare. Mi fermo, mi stendo per terra, non ci vedo piu`. Non provo che rassegnazione e curiosita`. E` questo che si prova quando il tuo cuore sta per fermarsi? No che non e` questo. I miei sensi non mi abbandonano, rimango desta. E poco piu` tardi mi rialzo e riprendo la via. Arrivo all`Innlet e ci trovo il paradiso. Trascorro quattro giorni in un posto d`incanto. Non faccio nulla, sono debole e stanca, malata dentro e fuori. Mi lascio cullare da tanta bellezza, lascio che i miei muscoli si affloscino e che il mio respiro si faccia piu` corto. Ricomincero` ancora, non e` un problema, ci sono abituata. E` lasciare questa pace il problema. Andarsene. Mentre risalgo sulla mia bici e pedalo verso Takaka mi sento come se mi avessero appena strappato via un rene. Posso vivere anche senza questo posto. Ma sara` piu` difficile.

FOOL  (SOPHIA)
Hey boy
Look, I told you so
You don’t know where you’re running
And I can tell by the lines on your face
Your hate has its reason
But people are like seasons
Yeah everybody changes
Fool
Fool, who are you running from
Yeah fool
Fool, who are you running from
Who are you running from
Hey boy
Listen, don’t beat yourself up
Someday you will find someone to trust
And just remember that all is not always black
Yeah people are like seasons
Yeah everybody changes

CONTINUAREultima modifica: 2008-02-01T04:15:00+01:00da betterbequiet
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