FUTURO IMMAGINARIO
Takaka. La prima volta che ci ho messo piede ricordo perfettamente d`aver pensato che quello era il posto in cui avrei voluto trascorrere il resto delle mie stagioni.
Oggi, a cinque anni di distanza, sono nuovamente qua. E provo le stesse identiche sensazioni di allora. E` qui che voglio vivere, in questo paesino smarrito tra mare e montagne. Ogni mattina vorrei fare due passi in centro per andarmi a bere un flat white coffee al Wholemeal Cafe`. E ogni volta che la marea si abbassa vorrei prendere la bici e raggiungere la spiaggia deserta di Rangihaeata. Voi non potete immaginare cosa sia pedalare su e giu` per le colline, attarverso stradine solitarie e pacifiche, per una mezz`ora di pura voglia di sabbia e acqua salata. Arrivare. La spiaggia si allarga per kilometri, denudata del proprio mare che splende lontano in direzione del sole. Camminare, con la propria bici al guinzaglio, sulla sabbia ancora bagnata per avvicinarsi alle onde. Poi abbandonare tutto. Bicicletta e vestiti. Soldi e averi. Nessuna preoccupazione, nessuno rubera` nulla. Non c`e` anima oltre a me. Immergo i piedi nell`acqua bassa etiepida. Cammino per almeno dieci minuti prima che il mare diventi abbastanza profondo per nuotarci. E dopo un lungo bagno inganno il tempo per asciugarmi cercando conciglie particolarmente belle sulla spiaggia feconda. Mangio un po` di frutta. Bevo un po` d`acqua calda. Prima di ricominciare a sudare mi rivesto e salto in sella. Lungo la via del ritorno mi fermo a comprare uova e verdura in una casa di contadini e riprendo a pedalare veloce verso la mia cucina. Che fame. Un buon pranzo da consumare con infinita calma, una passeggiata in paese, un po` di civilta`. Non voglio pensare che domani me ne andro` via da qua, da tutto questo. Tutto questo. Proprio non ci voglio pensare. Voglio solo chiudere gli occhi e dormire e continuare a svegliarmi a Takaka per giorni e giorni e giorni e