THE ABEL TASMAN COASTAL TRACK RETURN

THE ABEL TASMAN COASTAL TRACK RETURN 

Che faccio? Vado o non vado? Rimango a Takaka a riposarmi e a godermi questa pace o mi rimetto in gioco nonostante la debolezza fisica che ancor mi affligge? Beh, che me lo domando a fare, manco mi conoscessi… Organizzo tutto, per la milionesima volta. Spedisco la mia bici, tramite un water taxi, dall`inizio del track al punto d`arrivo. Sara` li` ad aspettarmi quando raggiungero` Marahau, scalpitante nell`attesa. Imbarcato il mezzo, parto subito da Totaranhui verso la prima ambita meta, l`Awaroa Lodge, un Cafe` perso in un`insenatura lungo la costa, dove il cibo e` assolutamente fantastico. Ci arrivo sudata e malvestita, mi guardano di traverso quando chiedo un tavolo, questo e` un bel posto, ma io me ne frego allegramente, mi basta avere il mio pranzo. Filetto di pesce, patate arrosto, insalatina fresca, chutney di mango, succo d`arancia, acqua, garlic bread. 30 dollari. 15 euro. Per un posto e un pasto cosi`. Una meraviglia. In meno di due ore raggiungo Bark bay, la baia in cui spendero` la notte. Cammino velocissima, mi divora una voglia assoluta di fare un lungo bagno dissetante in questa posto paradisiaco. Una fetta di spiaggia simile a un enorme sofficino sorridente. L`alta marea se lo mangia a gran bocconi lambendo la costa con quel suo blu talmente elettrico che quando finalmente mi ci immergo ho paura di prendere la scossa. Una doccia dopo una lunga attesa, torno nell`hut in cerca di un letto. Entro nella stanza piu` piccola e tranquilla, sottotitolata maggioripossibilita`diriuscireadormirestanotte, e, sorpresa delle sorprese, ci trovo due tedesche che avevo conosciuto a Te Anau, in quel fantastico BBH. Solita routine di abbracci e resoconti, la loro presenza mi solleva. Minor solitudine nella moltitudine. Non rimango alzata fino a tardi a chiaccherare con loro. Sono esausta, ho praticamente corso per 4 ore sotto un sole cocente, quindi filo a letto presto. Ma non riesco ad addormentarmi. Continuo a grattarmi. La sera prima, mentre sbiciclettavo da Takaka a Pohara, mi e` entrata una vespa o chi-per-essa nella maglietta. Scena fantozziana. La bestia cattiva mi infilza subito sotto il collo, male orribile. Mi fermo immediatamente, sento un forte ronzio sotto la maglietta. Ho una paura maledetta che mi punga anche in altri punti(vedi tette). Non so che fare. Se mi muovo mi azzanna. Se non faccio nulla mi azzanna comunque perche` sta diventando furiosa nell`ansiosa ricerca di una via d`uscita. Trattengo il respiro e mi strappo di dosso la maglietta. Andata. Sospiro sollevata mentre il collo gia` mi si gonfia pulsante. Ci verso un bel po` d`acqua, riparto. Avanti Savoia. Sono sopravvissuta ma il bozzolo della puntura mi fa un prurito cane e se mi gratto mi si gonfia di piu`. Mi pare di impazzire. Poi mi viene un`illuminazione. Mi serve qualcosa di fresco, qualcosa di fresco in questo posto dove non c`e` nulla. Manco una corda per impiccarsi. Fresco fresco fresco. Alito fresco! Il dentifricio! Ci spalmo sopra una buona dose di pasta mentolata et voila`…  passato il prurito. E riesco finalmente ad addormentarmi. Il giorno dopo riparto presto, prima ancora che la marea si abbassi e mi permetta di accorciare il mio cammino di 4 km. Fa nulla, sono forte e aspettar non posso che lunga sara` la mia giornata. Procedo veloce, il caldo mi affetta respiro e muscoli ma non ha importanza. Ho voglia di finire questo bellissimo track sfortunatamente troppo affollato per i miei gusti. Non faccio che salutare i passanti che incrocio, accostarmi per lasciar passare. Non fa proprio per me tutto sto casino.   Devio dalla via principale verso le Cleopatra`s pools, mi perdo e perdo anche un sacco di tempo e di sali minerali. Madonne che svolazzano nel cielo. Trovo le cazzo di piscine, mi tolgo lo zaino e mi ci butto dentro cosi` come sono. Scarpe, canottiera, pantaloncini, calzino di opossum-super-fantastic, mutanda. Esco, mi scrollo un po` d`acqua di dosso come fossi un cane e riparto. passo attraverso Anchorage bay, rifaccio un bagno nel mare, svestita stavolta, pranzo, le solite due fette di pane integrale con miele e formaggio due giorni che mangio solo questo due palle che non avete idea, mi rivesto e raggiungo Marahau in tempo record. Merito del mio zaino leggero. Mi saro` anche privata di tutto lungo la via ma vuoi mettere quanto meglio sia stato per le mie povere ossa. Una sosta al bar, rifornimento di carboidrati e liquidi, un po` di meritato riposo. La mia bici mi attende. La trovo nell`ufficio dell`Aqua Taxi. Una segretaria carinissima si subisce il resoconto della mia lunga giornata e si mette alla ricerca del mio mezzo semi-introvabile. Uhm, avrei dovuto comprarla rossa quella volta anziche` nera-nascondino. Riavuta la mia bicletta sistemo il bagaglio, compro una bottiglia d`acqua, just in case, non so bene quanto disti Motueka da qua. Lo chiedo alla carinissima che mi risponde con uno sguardo impensierito. Aria di sofferenza. Per arrivare alla mia destinazione ci sono due vie. Una piu` breve ma con una salita da un milione di imprecazioni. L`altra piu` lunga ma meno imprechevole. La carinissima mi consiglia onestamente la seconda opzione. Non mi lascio sfuggire il consiglio. Ho camminato per 25 km, 5 ore e mezza sotto l`attacco dei raggi UV, UVA, INFRAROSSI, GAMMA, SGAMMA, SMAMMA. Non mi pare il caso di approfittarne troppo delle mie ritrovate forze. Dopo il secondo ponte giro a sinistra, dunque, direzione Kaiteriteri. Avvisto la prima salita. Lunga ma passabile. Discesa su tornanti. Salita. Discesa. E cosi` via. Una meraviglia. Lo so che puo` sembrare cretino ma sono davvero contenta di poter percorrere in bici questi 25 km altalenanti. Mi fanno sentire cosi` in forma. Finalmente mi sento forte come prima di sentirmi male. Sono la piccola donna bionica di quasi sempre. Sono cosi` felice che vorrei che queste colline non finissero piu` per poter provare a me stessa che ce la posso fare, che sono proprio forte ed allenata. Pero` devo ammettere che, dopo un`ora e mezza che pedalo, quando finalmente attraverso il centro di Motueka, tiro un gran sospiro di sollievo. Gran giornata. Una doccia, una buona cena al ristorante thai(se vi capita di andarci ordinate una Tom Yak soup. Una delle migliori zuppe che abbia mai mangiato), un letto con lenzuola pulite, i tappi alle orecchie. Quando chiudo gli occhi le palpebre spazzano via gli ultimi granelli di sabbia dorata dalle mie pupille nere-nere. Rimangono i ricordi colorati di blu e di oro, tatuati nella memoria, indelebili. Solo quelli. Niente foto perche` nella fretta non ho inserito la batteria nella macchina fotografica. Ma volete sapere una cosa? Quando me ne sono accorta ho riso anziche` maledirmi all`infinito. E` stato un sollievo non doversi fermare cento volte per registrare immagini morte. Quel che e` passato attraverso questi occhi e` arrivato dritto al cervello e al cuore e allo stomaco. Ho mangiato, masticato, metabolizzato ogni immagine perche` sapevo che la mia macchina fotografica non avrebbe potuto farlo per me. Mi sono gustata ogni veduta, ogni profilo, ogni colore, ogni occhiata. E ora non so piu` se avro` ancora voglia di guardare la nuova zelanda attraverso un obiettivo.

THE ABEL TASMAN COASTAL TRACK RETURNultima modifica: 2008-02-05T06:40:00+01:00da betterbequiet
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Un pensiero su “THE ABEL TASMAN COASTAL TRACK RETURN

  1. Patoooooooooor, ma qnd torni!?????? Beh, tnt farò prima a vedere te, ke Ceassa! Sai kenn l’ho + vista da qnd sei and via!? Alè!! 😉
    La tua squadra è gasatissima…l’altro giorno abbiamo cominciato il torneo e abbiamo vinto 3 a 0 la prima partita…è stata dura, ma Cucci ha fatto 2 gol! Il prossimo weekend avremo altre 2 partite, di cui una dev’essere stra takkente. Cmq ti aggiornerò!

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