WILD WILD EAST

WILD WILD EAST

 

E` lungo l`East Cape che ho vissuto forse i giorni piu` intensi di questo mio viaggio. Mettetevi comodi, dunque, ho abbastanza tempo da perdere oggi e quindi modo di allungarmi con il racconto.

INTRODUZIONE     E` in questa parte dell`isola del nord che si concentra la maggioranza della popolazione maori. Non a caso. I maori, oltre che alla famiglia, sono molto legati all`oceano e alla natura in generale. Ne hanno grande rispetto. E questa e` la zona costiera piu` bella di tutta la Nuova Zelanda, nonche` la piu` selvaggia. Sono circa 450 km, una lunga linea arcuata che collega Opotiki a Wairoa, disseminata di dolcissime baie e sinuose colline. La distanza tra un paese e l`altro e` decisamente maggiore che in altre parti dell`isola ed e` inoltre difficile trovare negozi di alimentari in cui rifornirsi di viveri. Pertanto e` necessario viaggiare portandosi appresso una buona scorta di cibo e di acqua, pena la fame, o peggio ancora, la sete. Il clima in questa zona e` semitropicale, caldo e umido e permette di crescere piante particolari quali avocados, mango, banani. La principale fonte di reddito e` data dall`allevamento di bestiame e dall`industria casearia. Le altre entrate sono rappresentate dal commercio di legname e, ovviamente, dal turismo. Le strade qua sono meno trafficate che altrove, eccezione fatta per i famosi log-trucks, e i turisti meno numerosi. Il tratto che collega Opotiki  a Hicks Bay e` considerato una delle vie costiere piu` belle al mondo, una sorta di paradiso ciclistico. E` questa la parte che ho tenuta per ultima, la piu` bella. Tutto il gusto alla fine. Ed e` esattamente questa la parte che sono costretta a percorrere in auto anziche` in bici. Il racconto comincia da qui`.

Opotiki. Un paesetto isolato e sgangherato in cui il giorno successivo al mio arrivo si svolgera` il famoso Haka Paka festival, una giornata di danze e canti maori, cibo e tradizioni locali. Mi spiace dovermelo perdere ma  ho i giorni contati e non posso piu` permettermi soste non programmate. Vado a letto presto, mi tappo le orecchie per riuscire a dormire meglio e pure il naso perche` mi tocca dividere la stanza con quella che ho da subito soprannominato la “Puzzola Inglese”. Una giovane punkbestia, senza bestia al seguito, caratterizzata da lunga peluria ascellare, pelle brufolosa e caratteristico odore di rancido. Il mio lato tollerante la vorrebbe rinchiusa in una gabbia di uno zoo ma vabbe`, tralasciamo. Proprio non sopporto la gente sporca. Ad ogni modo, riesco a dormire abbastanza per la dura giornata ciclistica che mi aspetta. Ma mi sveglio con una strana sensazione. Prurito. Una mano e un polso gonfi, una tempia che pulsa. Un occhio che non ci vede molto bene. Oddio. Cos`e` successo? Mi alzo, vado diretta in bagno per guardarmi allo specchio. Gesu`, madonna, e nchiunque altro… Ho un occhio talmente gonfio da non riuscire quasi ad aprirlo. Zanzare. Zanzare selvaggie di cui il mio sistema immunitario non ha memoria. Che faccio? Corro in farmacia e compro una crema apposita, metto ghiaccio, prego. Nulla. Il mio occhio non migliora. Non posso partire in queste condizioni. Ok, mi dico, calma. Ti fermi un giorno in piu` qua, vorra` dire che non potrai prenderti alcun giorno di pausa tra questo posto e Gisborne ma vabbe`. Almeno cosi` ho l`occasione di godermi questo Haka Paka festival. Indosso i miei occhiali da sole quindi e passo una buona giornata tra tanta gente tatuata in faccia e danze di una potenza incredibile. Mangio schifezze tutto il giorno, riesco addirittura a mandar giu` mezzo egg-steak burger, un`antica ricetta maori a base di due fette di pane industriale, una bistecca sgangherata, un uovo fritto, mezzo chilo di cipolla e abbondante ketchup. Gironzolo una mezz`ora in cerca di una birra, per riuscire a mandar giu` quest`apocalisse ma scopro, con una certa tristezza, che l`alcol e` severamente vietato durante questa festa. Mi accontento della solita, impronunciabile Lemon&Paeroa, bevanda locale che non riesco mai a ordinare  a voce ma sempre a dito. Dopo 4 ore di danze e urla ritorno fiduciosa al mio backpackers. Bagno, specchio. Cazzo, il mio occhio e` uguale a prima. Un dramma. Come faccio? Il fatto e` che mi trovo in posto dimenticato da dio e sfiga assoluta proprio nel week-end, durante il quale l`unica compagnia di trasporti operante nella zona non opera. Ma devo assolutamente spostarmi, proseguire il mio viaggio La sera mi sfogo e me la rido un po` con una coppia di mezz`eta` di canadesi ubriachi e simpatici che non fanno che parlarmi di vino, lui, e di cazzate, lei. Vado a letto poco fiduciosa, e a ragione. Quando mi sveglio il mio occhio e` completamente chiuso e pulsante di infiammazione. Cosa faccio, cosa faccio, cosa stracazzo faccio…??! Mi siedo al tavolo con i canadesi sobri che miracolosamente si offrono di darmi un passaggio fino  a Wharanua bay. Perfetto. Si, ma la bici? Non c`e` assolutamente spazio per mia bici sulla loro auto, gia` fatichiamo a starci in 3, figuriamoci… Pensa, parla, cerca. Alla fine trovo una commessa di supermercato il cui marito e` un corriere espresso che ogni lunedi, cioe` domani, percorre il tratto tra Opotiki e Hicks bay. Hicks bay, uhm, proprio il posto in cui devo andare domani. Ci mettiamo d`accordo, il marito dovrebbe raccattare la mia bici nel backpackers di Opotiki, guidare fino a Whanarua bay, raccattarmi e tutti insieme allegramente dovremmo sbarcare a Hicks bay. E che dio me la mandi buona… Dopo una sosta al pronto soccorso locale(giuro mai visto un pronto soccorso cosi` deserto e silenzioso, il paradiso di ogni accidentato…) partiamo. Io e i canadesi. L`auto scorre veloce lungo la strada poco trafficata. Seduta sul sedile posteriore, completamente rincoglionita dai forti antistaminici che mi hanno prescritto, assorbo in silenzio il blu incazzoso dell`oceano, il marrone stremato degli scogli, il verde slavato degli alberi disidratati, il bianco delle nuvole schiumose, il grigio della volta celeste. Pedalo con i pensieri, sudo quando affrontiamo una salita, contraggo i muscoli e concentro lo sguardo quando precipitiamo in discesa. La luce e il vento e la polvere negli occhi, il sale leggero sulla pelle, l`aria nei polmoni, la fame e  la sete, la strada minata di buche, l`anticonformismo delle frenate. E l`istante preciso in cui dopo una attentissima discesa smetti di pedalare, molli la presa dal manubrio e ti alzi da quella posizione incartocciata e l`aria ti scorre e accarezza la pancia e le costole e tu respiri e ti godi, madonna finalmente, la velocita` senza faticare, sospesa in un attimo di pura sottile gioia, immergi il naso nel vento per cogliere ogni odore, in equilibrio su una striscia sottile di gomma, guardi il cielo sopra di te e tutto quello che ti circonda e sorridi e ti si arrossano gli occhi. Per la felicita`.

Per la felicita`.

Penso a questo mentre la canadese mi dice qualcosa che non riesco ad ascoltare. Penso a tutto quello che mi sono persa. La bocca piena di saliva che non riesco piu` a deglutire.

WILD WILD EASTultima modifica: 2008-02-29T23:15:00+01:00da betterbequiet
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