GUIDA CICLISTICA

GUIDA CICLISTICA 

Motuya. Avrei dovuto proseguire per altri 43 km, arrivare a Narooma e trascorrere la notte in un ostello in cui avevo gia` prenotato. Ma sono schiattata prima. Questo e` il quarto giorno di “ritorno ai pedali”. Mi mancano giusto una ventina di giorni per giungere a destinazione. Venti faticosissime giornate di sudore e aria fredda e gambe di piombo. Durante gli ultimi tre giorni ho percorso 180 km. Non sono tanti ma considerando il profilo altimetrico di ogni sezione non sono nemmeno pochi. Questa e` la seconda parte del mio viaggio, la temibile Sydney-Melbourne, circa 1100km di pura sofferenza. La prima parte, la meno temibile Brisbane-Sydney, l`ho praticamente saltata. Per problemi di povera salute ho dovuto percorrerla in autobus o in treno, quasi per intero. Ho pedalato soltanto 300km lungo quelle strade. Ora ho questa seconda parte per rifarmi del tempo perduto a letto. Procedendo verso sud la via si fa sempre piu` collinosa e la temperatura diventa inversamente proporzionale alle altitudini che dovro` raggiungere. Quello che mi aspetta e` un percorso maledettamente difficile e meravigliosamente bello. Ora, mi sento sufficientemente allenata per superare qualsiasi salita, il problema vero e` un altro. Il mio percorso non e` mai piano, mai, e` un brivido infinito di asfalto malmesso. Salita, discesa, salita, discesa, sudore, vento freddo, sudore, vento freddo. Cosi`, per ore. Impregno la maglietta di acqua e sali minerali e un minuto piu` tardi mi ritrovo ad indossare una T-shirt di ghiaccio. Questo mi ammala. Dovrei cambiarmi i vestiti dopo ogni salita, per ovviare al problema, ma come faccio se di collinette cosi` ne devo affrontare almeno una cinquantina ogni giorno? Stamattina mi sono alzata a fatica, mi sono messa in sella senza prima esser riuscita a riavermi dal coma del letargo. Mi sentivo uno schifo. Ho proseguito comunque, conscia di fare una cazzata enorme. Oggi avrei dovuto percorrere 75 km, circa 5 ore di bicicletta nel freddo, con la pella bagnata. Volendo ce la posso fare, mi sono detta. Si ma in che condizioni pensi di arrivare a destinazione? Piu` morta che viva, questo e` sicuro. E domani? Tanta sofferenza per cosa? Per non essere poi nemmeno in grado di alzarmi dal letto la mattina dopo? Cretina cretina cretina…. Ragiona. Ragiono. Trenta km dopo la partenza, due ore e tante imprecazioni piu` tardi, arrivo a Moruya. Se e` un posto carino mi ci fermo, penso, e a Narooma ci arrivo domani, con calma. Attraverso il ponte, pedalo lentamente lungo la strada principale. Carino, si e bella atmosfera. Aggiudicato, mi ci fermo. Do` un occhiata in giro, in cerca di un posto dove spendere la notte, ma non trovo altro che un Hotel coloratissimo ancorato in centro. Mi cambio prima di entrarci perche` puzzo da morire, quindi varco la soglia. E` il classico Motel-Hotel a conduzione familiare. Al primo piano uno squallido pub e al piano superiore le camere polverose. Soltanto che qui` sono molto piu` cordiali e gentili che altrove. Al barista con un occhio solo chiedo se hanno una single room disponibile per stanotte e lui mi risponde il solito “no worries”. Quindi un vecchietto sorridentissimo e sdentatissimo mi accompagna alla reception, dove un arzillo ottantenne mi sgrana la solita lista infinita di domande e perplessita`. A quanto pare sono la prima cliente donna che trascorre una notte da sola nel loro albergo. Una che viaggia per il Paese in bicicletta, per giunta. Ah bene, mi dico. Tenendo conto che sto fantastico posto e` stato aperto nel lontano 1920 mi pare un bel record. Ad ogni modo, l`ottantenne proprietario mi trattiene una mezz`ora a raccontarmi la storia della sua amata cittadina e a convicermi di quanto sono pazza a fare quel che sto facendo. Nonostante tutto, nonostante aver tremato di freddo tutto il tempo per via dei vestiti bagnati, nonostante esser passata per una demente sclerata, nonostante la pulizia non esattamente esemplare di questa catapecchia, devo ammettere che il posto mi piace. Proprio tanto. Sembra di essere in un film anni ’50. Una cameretta scura che odora di legno affumicato, le lenzuola e l`asciugamano al sapor di naftalina, il corridorio del piano superiore che scricchiola ad ogni passo. Attraversarlo in punta in piedi per non fare troppo rumore. La` sotto so bene che una squadra di vecchietti e vecchietti e` sintonizzata sui miei movimenti, intenta a sperare che faccia qualcosa di strano per aver poi qualcosa da raccontare alle generazioni future. “E ti ricordi di quella piccola italiana che un giorno e` arrivata qua in bicicletta , tutta sola e sorridente e….” Se stessi meglio o se avessi piu` tempo mi fermerei un altro paio di giorni qui` a Moruya, a bere qualche birra in questo pub squallido, a sorbirmi migliaia di domande e a farmi prendere per il culo da questi vecchietti curiosi e simpatici. Ma. 

GUIDA CICLISTICAultima modifica: 2008-03-27T05:30:00+01:00da betterbequiet
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