QUEL CHE UN DIPINTO NON DICE

QUEL CHE UN DIPINTO NON DICE 

L`ennesima dose di Paracetamolo. Quando non sto bene mi rimpicciolisco e provo il desiderio intenso di ritornare nel mio guscio, di accartocciarmi su me stessa per percepire ogni parte del mio corpo a contatto con le altre. Le spalle, le gambe e la schiena a proteggere il resto degli organi e degli arti. Minuscola e un po`meno  vulnerabile, magari nascosta in un angolo, sotto un letto, al riparo da tutto. Quando sono a casa la mia stanza e` il mio uovo. Mi ci rinchiudo e mi lascio curare dal calore e dall`intimita`. Ma qua dove posso nascondermi? Dove posso sentirmi protetta e al sicuro? Parlavo con mio fratello l`altro giorno lamentandomi del declino dei miei post. Non riesco piu` a scrivere cose decenti, non riesco piu` ad andare oltre, a scavare, a deviare verso periferiche piu` interessanti. E mi dispiace, tanto. Soprattutto perche` al di la` delle difficolta` sto vivendo un momento incredibile della mia vita, un`esperienza che mi sta plasmando come pongo arricchendo le mie forme ogni giorno. E vorrei rendervene davvero partecipi. Quello che hanno gustato questi occhi, tutto quello che hanno provato queste cellule io non riesco piu` a descriverlo, non riesco piu` a trasmetterlo. Da quando sono partita da Sydney non ho mai smesso di pedalare, mai un giorno di tregua. E ora sono esausta. Oggi sono arrivata a Foster dio solo sa come. Soltanto 55 km ma lunghi come un`esistenza. Come sempre sbarco in un paese, mi cerco un posto in cui spendere la notte, faccio una doccia, lavo qualche vestito, metto in ordine, esco in cerca di cibo, cerco un internet point, studio il percorso, faccio la spesa, chiamo a casa, ceno, guardo la tv o leggo un libro. Cosi`. Da settimane. Il mio cervellino non fa che assorbire e immagazzinare. Prende, lavora, impacchetta. Ma non spedisce piu` nulla. Rimane tutto qua dentro, in questa piccola scatola cranica dalle pareti robuste. Rimane tutto dentro di me, come le parole che non dico ogni giorno, come le emozioni che non condivido con nessuno. Se non con la mia bicicletta. Sto perdendo l`uso della parola, quello del dialogo. Sto perdendo la voglia di raccontare tutte quelle cose che se non vissute non possono essere comprese davvero. Si`, il cielo l`altro giorno era piu` magrittiano di un dipinto di Magritte. Riuscite  aimmaginarlo? E` facile, tanti soffici punti bianchi su sfondo azzurro. Ma l`osservarlo di sfuggita, mille volte ogni ora, ogni sei giri di pedali, dopo ogni buco sull`asfalto, con l`aria che ti asciuga il sudore e la stanchezza che cerca di sopraffarti ma non ci riesce, non ancora per dio, e con uno sfondo che cambia sottilmente dopo ogni curva, con un orizzonte che si fa sempre pu` lontano e intoccabile. La gente che incrociandoti per strada ti saluta e il sole che tra una nuvola e l`altra se ne esce a scaldarti le spalle. I chilometri sul tachimetro e le ruote che girano sull`asfalto liscio e il respiro che non si affanna nemmeno in salita e il cuore che accelera non per la fatica ma per le ondate di gioia che lo investono. Sotto un cielo che e` un dipinto di Magritte, che vorrebbe essere surreale ed onirico ma che e` invece assolutamente reale, vicino e lontano, immenso ed intimo. L`essere da soli, lontani da tutto, da soli davvero sapendo di potercela fare, sapendo di poter contare sulle proprie gambe e sulla propria volonta`, sapendo di essere vivi e presenti e in contatto con se stessi e con tutto cio` che ` attorno. Cosi` esposti, cosi` sensibili da sentire anche con la punta dei capelli. Tutto questo, tutto quello che e` passato attraverso questo corpo, queste mani, questa bocca, questi occhi, questa pelle, queste trombe di Eustachio, questo naso e questi polmoni. Tutto questo. Come posso raccontarvelo senza decimarlo della maggioranza delle sue componenti?

QUEL CHE UN DIPINTO NON DICEultima modifica: 2008-04-09T11:05:00+02:00da betterbequiet
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Un pensiero su “QUEL CHE UN DIPINTO NON DICE

  1. Ma sì, pastor…tnt anke se torni nn vedi cmq Ceu de merd! Io è da qnd sei and via ke nn la vedo, quindi è uguale!! Il orneo potrebbe and meglio, scazzi a manetta con l’allenatore…ti racconterò!

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