TRASPORTATI
Ascolto Jeff Lang, un chitarrista australiano bravissimo, un meraviglioso compositore. Colonna musicale perfetta per questo viaggio nel ventre di questa terra riarsa dal sole. Ho sempre pensato che il modo migliore per inoltrarsi attraverso la cultura di un Paese fosse quello di esplorarlo ascoltando la musica di chi in questo posto ci e` cresciuto, di chi di questi paesaggi si e` nutrito. Nessun`altra musica potrebbe essere piu` appropriata. Il perfetto abbinamento per concordanza. Dolce con dolce, speziato con speziato. Australiano con australiano. Ascolto e mi lascio trasportare dal suono.
Mentre guido verso Wongan Hills mi succede qualcosa di incredibile. Sono talmente immersa nel mio mare di pensieri da non prestare alcuna attenzione alla strada. E` come se, per non so quanto tempo, fossi due persone completamente indipendenti una dall`altra. Come se il mio cervello si fosse duplicato e ognuno dei due organi lavorasse per i fatti suoi. Con uno penso e ricordo, con l`altro mi concentro sulla strada e guido. La parte che pensa non si accorge dell`esistenza parallela di quella che controlla l`auto. Quando d`improvviso il mio cervello ritorna ad essere uno solo e io prendo coscienza di quello che stava succedendo, mi spavento da morire. Chi cavolo ha guidato quest`auto mentre io ero altrove? Mi torna allora alla memoria un sogno che ho fatto numerose volte durante gli ultimi vent`anni. Un sogno di cui prima, pero`, non mi sono mai ricordata. Di aprire gli occhi e ritrovarmi seduta sul sedile posteriore di un`auto che nessuno sta guidando e che procede senza controllo lungo una discesa piena di curve. Provo a raggiungere il volante ma non ci riesco. Mi dispero, mi dico che presto finiro` in qualche burrone e moriro`. Invece, per qualche strano motivo, al primo tornante l`auto curva da se`, aiutata forse dalle pendenze e dalla fisionomia della strada stessa. Allora cerco di tranquillizzarmi, non c`e` nulla che posso fare se non lasciare andare questo mezzo, farmi trasportare. Rassegnarmi. Fidarmi. Il sogno finisce sempre cosi`, con questa sensazione confusa di impotenza e fatalismo.
Da Ballidu a Bindi Bindi attraverso una stradina molto piu` che secondaria. Un`unica corsia da non dover condividere mai con nessun altro e tutt`attorno il deserto. Guido lentamente con il finestrino abbassato, un braccio fuori. Chi se ne frega. Fa cosi` caldo. Mi fermo ogni tanto per fare due passi, togliermi la maglietta e asciugarmi la schiena pezzata. Lontana da tutto, che sensazione fantastica. Vorrei camminare, inoltrarmi in questo nulla-e-tutto a piedi, senza nulla con me. Completa liberta`. Ma cio` che rompe questa meraviglia sono le mosche. Anche muovedonti ti si appiccicano addosso un centinaio di insetti. Scacciarli e` impossibile, sopportarli poi. Rimango fuori giusto il tempo di fare le solite dieci flessioni(me le sono imposta a ogni sosta) e una corsetta salva-gambe. Poi ritorno al volante. E` il mio ultimo giorno di viaggio in auto e mi godo ogni chilometro percorso. Ogni singola curva, ogni incrocio. Giro da una parte all`altra, non ho piu` paura di perdermi adesso. A girare senza indicazioni precise si sviluppa una sorta di sesto senso che ci permette di trovare la via giusta senza troppa fatica, guidati dall`istinto e dal buon senso. E questo e` il mio motivo per cui non sopporto la tecnologia, i vari GPS. Limitano, non permettono di sviluppare altri sensi. Dovremmo imparare a fidarci molto di piu` del nostro cervello e delle nostre capacita`. L`insicurezza troppo spesso non ci permette di tirare fuori il meglio di noi stessi, credo.
Mi fermo a Lancelin, 120km a nord di Perth, per trascorrere questa ultima notte di viaggio on the road. Lancelin e` un paesetto in riva all`oceano moltissimo turistico durante l`estate. Fortunatamente l`alta stagione e` ormai passata e io mi ritrovo a passare una mezza giornata in un posto tranquillo e carino dove faccio l`ultimo bagno australe e dove assisto a uno dei piu` bei tramonti mai visti in vita mia.
E` proprio il caso di dirlo. Questo viaggio finisce in assoluta bellezza.