A ZUZZO E AL PROSCIUTTIFICIO KING

A ZUZZO E AL PROSCIUTTIFICIO KING 

Post. Come il titolo di un album di Bjork. Che ho.      Di posts non ne scrivo da un po’, per pigrizia e perchè il caldo demenziale di questa pianura infinita mi disidrata di qualsiasi voglia. Sudo e assieme ai miei succhi se ne va anche la voglia di pietrificarmi davanti a un pc a riempire bytes di memoria(con parole parole parole, soltanto parole, parole fra noi). Trasudo voglia di impegnarmi seriamente in una qualsiasi cosa, voglia di alzarmi presto ogni mattina, voglia di prendere la bici e macinare km ogni cristosanto giorno. Ne ho la maglietta intrisa. Di voglie. Che al primo raggio di sole evaporano, e chi s’è visto s’è visto. Eccoci qua, i capelli bagnati e il mal di schiena perenne, una band tributo a Vasco Rossi e il desiderio intenso di un lanciarazzi per far esplodere il palco. Ecco, attaccano pure con un’infinita schitarrata, una sorta di guaito canino che mi spinge a consultare google alla voce “vendita armi distruzione massa fai-da-te”. 17700 risultati. Notevole ma non trovo nulla di adatto al mio scopo. Mi arrendo e batto in ritirata con i tappi alle orecchie. Se non lo puoi sconfiggere, ignoralo.

Perchè Zuzzo e perchè il Prosciuttificio King. Beh, uno perchè da un po’ di tempo si lamenta che non lo intrattengo più con le mie stronzate nelle stanche sere del dopo-lavoro. L’altro perchè ieri avremo fatto 150km per NON visitare sto cazzo di prosciuttificio di cui il nostro caro Zuzzo aveva tessuto le lodi per giorni.

Ore 16. Arrivo già in ritardo a casa di Paolone. E’ tutto aperto e molto casual. Porte e finestre che invitano ad entrare, il pavimento esterno bagnato e la vecchia vespa ancora umida di pulizia. Il bucato secco sui fili, il gatto Bruno che si struscia in cerca di cibo. E basta, perchè di paolone non c’è manco l’ombra. Sembra la scena di un film inquietante. Una casa che ancora odora di vita e di attività ma nessuno che la abita. Mi siedo, con Bruno che mi scassa i maroni incessantemente, e aspetto. Un vroooaaammmm tipico di una motorazza d’epoca. Paolone in sella a un pezzo d’antiquariato. Scalzo, a torso nudo, senza casco ovviamente. Mi chiedo se non sia successo qualcosa di strano che mi abbia riportata indietro negli anni ’70. Quando ci si poteva fidare e fregarsene di più, quando si stava meglio. Magari, invece no. E’ solo Paolo ad esser rimasto in quegli anni.

Mezz’ora più tardi, sempre più in ritardo, arriviamo alla famosa località turistica di Grantorto(ieri ho scoperto che esiste anche una Grantortino ma non ho capito se è una frazione o un paese in sè). Zuzzo è parcheggiato davanti a un supermercato, uno scazzo timido che gli si illumina in viso  a ‘mo di sorriso cretino. Ci aspetta da non so quanto, in quell’auto che, a causa del calore umido, si è trasformata in una serra. Di aprire un finestrino poi non se ne parla, fuori piove che dio la manda. Sbarchiamo dal mio mezzo, quindi, e ci imbarchiamo nella serra. Sia Paolo che io ci sentiamo un pochino in colpa, perchè, tra i tre, quello a dover portare più pazienza è sempre Zuzzo.

Partiamo in direzione Colli Berici, un’altra mezz’ora di stradine e scorciatoie per arrivare a un paesetto grigio, dal nome impronunciabile, dove avremo l’onore di visitare il nobile prosciuttificio King, un enorme cubo di cemento che di tradizionale non ha manco il nome. Eppure siamo tutti e tre trepidanti e contenti. Nessuno di noi ha mai assistito a tutte le fasi di lavorazione di un prosciutto e questa dunque si preannuncia come una visita interessante e gustosa, perchè di certo non mancheranno anche gli assaggi. Sul piazzale esterno dell’azienda hanno messo su una sorta di capannone-mensa, panche e tavoli su cui poter degustare, bere e chiaccherare. A pagamento. E ai lati del capannone hanno piazzato due gran casse che sparano a raffica le hits più demenziali degli ultimi vent’anni. Sembra di essere a una sagra paesana, di quelle tristissime. Ordiniamo della birra, la sete non manca mai, e un piatto di prosciutto, per prenderci avanti con la conoscenza del prodotto. Tra un sorso e un boccone scopriamo che oggi non avremo l’onore di mettere piede dentro lo stabilimento. Perchè, in verità, il giorno di visite guidate è DOMANI. Madonne, olè. Zuzzo si prende ottomila maledizioni. Tutta sta strada per due fettine di prosciutto per il quale abbiamo pure dovuto pagare. Ringrazia dio almeno che la birra non era di quella annacquata…

Subito dopo la “bella” notizia passa a salutarci un conoscente del nostro amico combina-cazzate. Un addetto alla manutenzione che lavora per il prosciuttificio. Gli scarponi pesanti, i jeans slavati, la camicia nera sbottonata con vista su petto villoso, i capelli rasati ai lati e il coppone. Un punto nero ammiccante sulla fronte bianca. Piacione con qualsiasi donna. Il classico motociclista Harley o simil-Harley. In venti minuti ci spiega tutto quello che avremmo voluto sapere sul prosciutto. Lo ascoltiamo con interesse finchè il discorso non devìa verso periferiche pericolose. Paolo ha notato un simbolo sul telefono del nostro esperto. Gli chiede spiegazioni. Mai l’avesse fatto. Il motociclista gonfia il petto e si alza da terra di venti cementimetri, sospeso nella propria gloria. Lui appartiene al benemerito gruppo dei Born to be Wild(…), un’associazione di cretini, supergasati che si vantano del monopolio di qualsiasi evento, manifestazione, festa, bla bla bla, legati al mondo delle moto. Per fare qualsiasi cosa, anche per accendere il tuo mezzo a due ruote, pretendono che tu chieda loro il permesso di farlo. In base a quale principio non si sa ma a quanto pare si sono dati il diritto di comandare il mondo e quindi zitti e mosca. Proviamo a chiedergli spiegazioni, Paolo ogni anno, insieme ad altra gente, organizza una bella festa della birra a cui partecipano ovviamente anche molti motociclisti. E si è sempre chiesto chi minchia fossero e cosa cazzo volessero questi Born to be Selvatici di cui ha sentito tanto parlare. Beh, l’ha scoperto ieri. Delle teste calde senza cervello.

Ce ne andiamo via prima che l’atmosfera si scaldi. Un’altra bella mezz’ora a respirare l’aria puzzolente dell’auto zuzza. Un’aria che odora di crocchette per gatto, sudore e cibo andato in malora. Lui scarica la colpa sulla fidanzata che fuma in macchina. Ma risulta poco credibile perchè l’abitacolo sa di tutto fuorchè di fumo. Io, in apnea costante, mi auguro con tutto il cuore che compia presto gli anni per regalargli una foresta di Arbre Magique.

Caro zuzzo, con te, a(non) visitar prosciuttifici non ci verremo mai più…

A ZUZZO E AL PROSCIUTTIFICIO KINGultima modifica: 2008-07-13T00:30:00+02:00da betterbequiet
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4 pensieri su “A ZUZZO E AL PROSCIUTTIFICIO KING

  1. ciao cara lisa, eccomi qua. molto gustoso anche il tuo blog, continua a scrivere, sei brava! Anche io ho avuto esperienze ravvicinate di prosciutti, anche se non proprio di prosciuttifici…mio padre quando non lavora va in bici, ma ci va sul serio, ossia: 160 kilometri a botta e, ovviamente, gare a gogo. Ebbene, da qualche mese a questa parte, torna sempre a casa soddisfatto: arriva sempre terzo, alle gare. Che per un 60enne nella sua categoria, cioè la categoria dei 60enni, non è male. Ma non è come una volta, che quando arrivavi terzo ti davano la medaglia di bronzo. No, oggi se arrivi terzo ti regalano un prosciutto. Hai presente barba blu (era barba blu?) che nascondeva le teste delle sue amanti in cantina? ecco, mia madre fa lo stesso con i prosciutti di mio padre. 🙂

  2. Beh mi pare ottimo. Con una media di una gara/mese direi che in breve tempo potreste avere abbastanza coscie da metter su una rivendita. “Prosciutto di Bronzo”, sul podio con umiltà. Non ho mai fatto una gara in vita mia, se mi allenassi un po’ di più potrei anche pensarci. Uhm, mi tornerebbe utile, in effetti. Potrei arrivare terza di proposito. Così non avrei più bisogno di girar per coscifici. Era barbablu. Non perchè lo sapessi, ho solo controllato su google…

  3. evvai, c’ho preso! 🙂 infatti avrei potuto googolare anch’io, ma in quel momento avevo una connessione precaria…:-)

    in effetti “Posciutto di Bronzo” è proprio carina come idea. Quasi quasi ti consiglieri di sdoganarla…guarda, se ti piacciono i prosciutti, mia madre sarà felicissima di regalartene qualcuno, visto che la cantina è appestata e in famiglia siamo vegetariani all’80%. faresti davvero un ‘opera pia…:-)

    buona giornata!

  4. Eh ma cara alessandra, noi quì siamo di palato fine e alle gare ciclistiche in genere ti smerciano prosciutti, uhm, di dubbia provenienza e pedalare. Io non sono vegetariana ma di carne e insaccati non ne mangio granchè. Mi regaleresti un prosciutto da compagnia che dopo una lunga degenza in cantina diventerebbe un amico di famiglia e affettarlo poi sarebbe una mancnza di rispetto nei suoi confronti e stasera sono così stanca e sdrenata e smaronata e uazzaparaganà che non so più quello che dico e quante dita mi germogliano dal ceppo delle mani. Ma grazie dell’offerta. Ah, oggi sono passata in libreria e mi son presa quel libro di Alajmo, mi pare bene anche se devo ancora iniziarlo

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