REALIZZARE
Ritrovarsi, dopo ore di fatica, davanti a un paesaggio tanto bello da far male. Sentirsi troppo poco per contenere tanta immensità. Le pareti delle cellule tutte si espandono, per far spazio a quella bellezza che assorbi con ogni singolo grammo della tua pelle. Lo stomaco che si dilata per non esplodere, la bocca paralizzata nell’urlo di tanto strazio. Gioia che è dolore, felicità che ti lacera dentro. E tu che avresti voglia di diventare polvere, di lasciarti spazzare via. Nel vento. Ovunque. Qualsiasi atomo di te lontano da ogni altro. Respirare sapendo di respirare il mondo. Spalancare le braccia e affanculo la paura. Farcela, arrivare. Capire e sapere di sapere. Esserci. Reali e presenti come le montagne, pesanti di coscienza e sensibilità. E aver voglia di non esistere più se non per questo. Che se morissi adesso, morirei nell’estasi dell’aver trovato. E che mai, mai in tutta la mia vita potrei aver più di quanto sto avendo.
Chiudere gli occhi e piangere sapendo finalmente di non desiderare nient’altro.
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