TEPORE FREDDO

TEPORE FREDDO 

Quando non riesci a svegliarti, quando le tue palpebre sono in sciopero e gli occhi ancora ruotati verso l’interno del tuo cranio.   Che di notte ci guardiamo dentro, e che i sogni sono quello che vediamo in noi.   Quando il letto ci trattiene in un abbraccio, quando sotto il piumino ingrassiamo di tepore, quando il mattino si srotola troppo veloce per afferrarlo.

Quando, in quei quando, potresti alzarti, guardare distrattamente dalla finestra e scoprire che, mentre dormivi e te ne fregavi del mondo, fuori ogni cosa è stata smaltata di bianco. Guardi ed oltre il vetro è una distesa silenziosa di bianco.

I movimenti rallentano, i suoni s’arrotondano, il caffè è più profumato e la fame più sana.    La neve a casa tua. Il freddo e il ghiaccio appena oltre le pareti del tuo guscio.   Esci anticipando tutti gli altri, perchè devono essere le tue orme a decorare per prime quella tela immacolata. I passi morbidi, la meraviglia. Sembra di passeggiare sulla luna, in uno spazio così lontano e casto, così ingenuo.

I cani che ti saltellano attorno, smarriti e allegri, le tue impronte regolari e le loro, così disordinate e prive di stile. Cammini alternando direzioni, vai a riscoprire il tuo giardino in letargo. Gli alberi stanchi che si scrollano di dosso la neve, e la terra che ora sembra una torta al cioccolato glassata. La neve che copre e protegge ogni cosa. Sulle cataste di legna e sugli orti incolti. Sui margini dei fossi e sui vasi vuoti. In bilico sulle foglie rimaste e stabile sui tetti rifatti. La neve copre e rassicura. Guardi in alto per vedere i fiocchi cadere ma non vedi altro che il colore del cielo, un grigio malinconico che è il colore della neve.

Maglione e pigiama e in testa un berretto che porti da vent’anni. Scarpe e calzini di spugna. Affronti così il gelo, disarmata e vulnerabile, il volto scoperto e le mani nude. L’aria forte si fa strada dentro di te come un macete, respiri fino alla punta dei piedi e l’ossigeno ti stura come una sorsata di Viakal. La pelle in fiamme e le dita gonfie, un dolore che è piacevole, perchè puoi farlo smettere quando vuoi. Qualche passo in ritirata, una porta ed è il tepore.

Togli i vestiti bagnati, le scarpe inzuppate. Il corpo sfrigola nel calore. Il fuoco acceso sotto la teiera, il vapore che danza roteando verso l’alto. Una bustina di tè, l’acqua calda che l’aspetta.   “Non aspettavo che te”, le sussurra tra i vapori, mentre la bustina si lascia sciogliere per poi intrigare l’acqua con la sua essenza.   Un goccio di latte e aspetti anche tu. Che la temperatura sia quella giusta, abbastanza alta da scaldarti ma non tanto da scottarti.    Un libro di Jack London, il divano tutto per sè, una luce accesa, una tazza fumante e la musica bassa. Un’isoletta felice che galleggia in un mare di ghiaccio, e che diventa più calda e piacevole quanto più fuori fa freddo.   La difficoltà aumenta la piacevolezza dei piccoli piaceri.

Osservo la copertina dell’album che sto ascoltando. Un Tom Waits seduto su un copertone e che mi guarda di sbieco, dal mezzo inferno in cui regna. Il cappello alto sulla fronte, i capelli arruffati e gli stivali vissuti. Gli occhi piccoli e le labbra sottili. Mi canta un Barcarolle che diventa la mia culla, soffice nel tepore della neve.

Che la musica non finisse. E la neve non si sciogliesse. Dilatando un istante. All’infinito     

http://betterbequiet.myblog.it/media/02/01/664880083.wma

TEPORE FREDDOultima modifica: 2008-11-24T16:53:00+01:00da betterbequiet
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2 pensieri su “TEPORE FREDDO

  1. ah ah ah… yeah it’s me, you know, I needed big changes… but in the very inside I’m always the same. Perhaps
    Don’t you have facebook? Even Mr Taima-Gen is on my list, you’re the only jap one who’s still missing, lazy. C’mon you’re a worker now, cannot waste your time anymore! (still working?)
    My contact name in faceb is lisa bubu
    Peace

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