ACCORDANZA

 

02 MAGGIO


Stamattina ho davvero dato tutta me stessa sul tavolo della colazione. In mezz’ora sono riuscita a spazzolarmi: 2 tazze di caffèlatte, 2 bicchieri di succo d’arancia, 2 croissant, 2 ciotole di cereali con latte, mezzo panino con burro e marmellata. Mezzo sì, perchè se avessi mangiato anche l’altra metà sarei probabilmente morta.

Mi sono fatta una doccia molto lunga, e molto rilassante, e ho cazzeggiato nella mia stanzetta fino a mezzogiorno. Limite orario oltre il quale mi avrebbero sbattuta fuori a calci in culo.

Sono tornata a Villa Nova de Gaia, ho sorseggiato altro porto di scarsa qualità, quindi, su suggerimento dell’olandese-viaggiante Elisabeth, ho pranzato al ristorante Imar. Una delizia. Al suo interno le pareti sono ricoperte da specchi e ovunque guardi vedi qualcuno mangiare. Anche se nella sala siamo soltanto quattro clienti. Più il proprietario. Che non si chiama Imar, bensì Alberto. E che non è simpatico e chiacchierone, bensì taciturno, serio e gentile. Un vero ristoratore d’altri tempi.

Ordino un bel pesce ai ferri con patate bollite e insalata. E per scaldare lo stomaco un buon caldo verde, una zuppa di patate e verze. Una birra media, per dar sollievo alla gola. Un pasto eccellente, un servizio ottimo, un modico prezzo. Lo sapevo che i consigli di Elisabeth non mi avrebbero tradita.

Lascio Porto prima del previsto. La temperatura si è incredibilmente abbassata da ieri sera e mi permette di poter pedalare anche durante il giorno, senza rischiare un’altra insolazione.

Mentre sistemo le borse e le ultime cose, sul marciapiede fuori dall’albergo, un uomo di origine africane mi sorride e mi avvicina. Mi parla di una marea di cose, la prende alla larga, finisce con la solita storia, cioè che è un ingegnere ma ha perso il lavoro e ora non ha nemmeno i soldi per mangiare. Gli sgancio 5 euro, se non altro per tutto l’impegno che ci ha messo. Tante buone cose fratello.

E poi finalmente parto, percorro le strade trafficate e sconosciute del centro fino a beccare quella giusta, quella che mi sputa addosso alla nazionale che porta fino a Lisbona. Un’arteria stradale molto piena di CO2 e molto povera di ossigeno. Mentro cerco di orientarmi chiedo informazioni a un’anziana signora. E’ così cara e premurosa che quasi mi commuove e prima di lasciarmi andare mi accarezza una spalla e mi sorride. Questa signora mi cambia la giornata, l’umore e la percezione delle cose. Mi dà coraggio, mi fa sentire ben voluta. E non ha fatto altro che essere gentile per meno di due minuti, sorridere e farmi una carezza. A volte basta così poco, davvero poco per rendere felice un’altra persona. Un saluto, uno sguardo benevolo. Basta questo. Eppure…

Essendo partita a metà pomeriggio ho in programma una tappa breve, seppur farcita di notevoli sali e scendi. Dovrei fermarmi a S. Joao de Madeira, una cittadina a 30 km da Porto, ma quando arrivo in prossimità dello svincolo decido di proseguire. Mi sento bene, sono in forma e non ho voglia di stare in mezzo al casino ancora, preferisco fermarmi in un paesino piccolo e perduto, tipo Albergaria Vehla(sorella anziana di Albergaria Nova). Pedalo un’ora e mezza in più, le salite e la dura lotta contro il traffico e i pericoli che ne derivano mi prosciugano le forze. Ma ad Albergaria trovo facilmente una bella pensionetta, una stanza da poco rimessa a nuovo, dei gestori gentili. A cena mi viene servita la solita amica zuppetta e per secondo un piatto enorme di baccalà e verdure bollite. Più la solita birra media. Io non ho molta fame in verità ma per non far torti alla cara cuoca mi sforzo e, anche se non arrivo a svuotare il piatto, riesco comunque a consumarne un buon due terzi.

Esco a far due passi per favorire la digestione e cammino in questo paese dalle strade vuote, silenzioso e mi sento in pace, perchè il silenzio che c’è fuori si accompagna a quello che percepisco dentro di me. Accordanza.

Me ne torno nella mia bellissima stanza, sono così stanca. E così assetata. Ho notato infatti che qui con il sale ci vanno sempre giù pesanti. E ora mi chiedo se questa bottiglia d’acqua da mezzo litro basterà a sedare la mia famelica sete stanotte. Speriamo…

ACCORDANZAultima modifica: 2009-06-03T20:06:00+02:00da betterbequiet
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